Figlia di un dio minore

Il 20 dicembre del 1955 i governi di Italia e Germania stipularono l’ Anwerbeabkommen. A partire da quella data circa 4 milioni di Italiani sono venuti in Germania a lavorare. Di questi il 20 per cento circa vi e’ rimasto. Gli ultimi dati disponibili, rilasciati dallo Statistische Bundesamt ci fanno sapere che, fino al momento del censimento fatto nel 2014, vivevano in Germania  574 530 Italiani di cui 157 259 nati qua. Oggi si stima, che la nuova immigrazione proveniente dall’Italia, abbia innalzato il numero delle presenze sul suolo tedesco, fino a raggiungere la cifra record di piu’ di 700 mila unita’. La Germania e’ la nazione europea dove vive la piu’ grossa comunita’ italiana, Italia esclusa, naturalmente. Andando in giro per la Germania gli aridi numeri delle statistiche prendono vita. La Germania rende reale la storiella, che trovi italiani ovunque, non c’e’ quasi posto dove non ve ne’ sia traccia.Davvero mi sono trovato a ” scoprirele” in posti che nemmeno voi umani avreste pensato che esistessero. Villaggi di poche anime dove nella piazza principale, accanto al municipio svetta la tenda tricolore della gelateria-ristorante-pizzeria del caso. Una presenza, quella della comunita’ italiana dunque ben radicata e sicuramente tra quelle piu’ integrate o almeno cosi parrebbe. Altri aridi numeretti pero’, sono di un altro avviso sul processo di integrazione della comunita’ italiana, nella complessa e strutturata societa’ tedesca. Sono i numeri che fotografano la situazione dell’accesso al sistema scolastico tedesco. In un articolo del 2008 del giornale Die Zeit, viene riportata l’impietosa situazione degli scolari di origine italiana. Gli studenti italiani, all’epoca del rilevamento, erano gli ultimi per quanto riguarda gli accessi al ginnasio ed i primi quasi a parimeto con i turchi nelle Förderschule. Il giornalista autore dell’articolo, ha anche messo in evidenza come invece altre etnie peraltro abbastanza vicine culturalmente a quella italiana, la spagnola e la greca, abbiano invece raggiunto cifre di accesso al ginnasio e conseguentemente all’Universita’, simili alle percentuali degli alunni tedeschi. E’ utile ricordare, che nelle Förderschule, dette anche Sonderschule, ci vieni spedito ( in quasi tutti i Lander sono gli insegnanti che indicano o decidono ) se hai problemi di apprendimento, di sviluppo o sei hai handicap mentali o fisici! A questo punto se il giornalista, invece di essere bravo e coscienzioso, fosse stato diciamo superficiale, avrebbe potuto chiudere l’articolo e titolarlo cosi:  Figlia di un dio minore.L’etnia di origine italiana, presente in Germania geneticamente tarata e segnata. Fortunatamente l’autore dell’articolo non si e’ limitato ad un semplice rapporto dei dati ma ha anche cercato di darne una spiegazione. Le prime ipotesi prese in considerazione sono stata la differenza culturale ed il diverso sistema scolastico tra italiani e tedeschi.Questo tentativo ha pero’ perso valenza da subito, a meno che, non si volesse sostenere che gli spagnoli ed i greci siano piu simili ai tedeschi piuttosto che agli italiani. Fallito dunque il tentativo di spiegazione culturale, legata all’origine delle comunita’, il giornalista ha cercato altre spiegazioni.Tenendo in considerazione che, al contrario degli spagnoli o di altri etnie completamente abbandonati a se stessi dai paesi di origini, gli italiani invece ricevevano dall’Italia un aiuto economico per il doposcuola nelle scuole tedesche. Un vero paradosso. L’Italia pagava, all’epoca, circa 3,5 milioni di euro per  bambini isciritti nelle scuole di un paese straniero! Quale o quali dunque le cause di tanto sfacelo? Il giornalista a questo punto ha cercato di guardare piu’ a fondo per cercare di capire perche’ per esempio gli Spagnoli, culturalmente paragonabili, siano riusciti nell’intento ed invece gli Italiani abbiano subito tale triste destino. Il segreto? Pare che gli Spagnoli abbiano capito sin da subito che, una delle  chiavi per scalare la piramide sociale tedesca, fossero istruzione e cultura. Die Spanier/innen per sopperrire alle deficienze del sistema scolastico tedesco e alla penuria di risorse hanno escogitato una stupefacente soluzione. Le famiglie si sono riunite in piccoli gruppi e a turno, uno dei genitori si assumeva il compito di seguire i bambini con lezioni suppletive di tedesco e altre materie. Gli Italiani invece? Almeno secondo l’interpretazione del professore Thränhardt si sarebbero organizzati come in Italia ” tutti contro tutti ” : destra vs. sinistra, nord vs.sud. I consulenti della Caritas in concorrenza con quelli della Missione Cattolica. Addirittura alcune delle associazioni operanti in Germania, sempre secondo l’analisi del professore Thränhardt, create in Italia e finanziaramente dipendenti ma quasi per nulla radicate nel tessuto sociale tedesco, avrebbero attuato, una politica di gestione delle risorse clientelare. Sarebbe stata questa la causa principale, associata alla nota considerazione che noi italiani abbiamo dell’ istruzione, a creare tale status quo. La differenza tra Südländer ,Italiani e Spagnoli? Iniziativa personale invece di clientelismo.

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