Notfall Schlüsseldienst, ovvero il racconto di un salasso.

di Monica Beretti.

Venerdì sera. Io e un’amica italiana in visita a Colonia siamo fuori dalla porta di casa, pronte per una cenetta accompagnata da una fresca Kölsch in qualche localino, quando mi accorgo che stranamente la chiave non gira più nella toppa.

La sfilo, riprovo a inserirla per chiudere a due mandate, come faccio sempre, ma nulla si muove. Allora mi viene in mente un terribile dubbio:

“Dove hai messo il secondo paio di chiavi che ti ho lasciato?”

“In borsa non ce l’ho, pensavo l’avessi tu!”.

Attimo di panico.

“È rimasto nella serratura all’interno dell’appartamento, che ora è bloccata!”

“Ti è già capitato?”

“No, mai. Che facciamo?!”

Consultiamo il popolo del web, che ci consiglia di far cadere la chiave, spingendola fuori con un cavo sottile. Rovistiamo nelle nostre borse: ovviamente di una forcina o di una graffetta neanche l’ombra! Un tutorial ci mostra come far scattare con nonchalance il meccanismo di chiusura, strisciando una tessera nel vano. Sacrifico così la mia dell’IKEA senza risultato.

“Ma scusa, chiediamo una mano ai tuoi vicini di casa, no?”

Così finalmente li conosco tutti, pure il vecchietto imbronciato dell’ultimo piano che pensavo fosse solo una leggenda. Nessuno riesce nell’impresa, nonostante la buona volontà. A quanto pare, la mia serratura è un modello svizzero e impossibile da scassinare: anche il migliore Einbrecher sarebbe costretto a prendere direttamente ad asciate l’anta.

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“Peccato tu abbia chiuso le finestre, saremmo potuti entrare da lì!”.

E dopo aver pure telefonato per un consiglio all’impotente padrone di casa, non resta che chiamare lo Schlüsseldienst. Primo preventivo che mi sparano: 120 Euro solo per l’uscita! Dopo un piccolo infarto, ringrazio e decido di pernottare da un’altra amica, sperando che le tariffe diurne siano migliori.

L’indomani, mi rivolgo un po’ scettica ai pompieri (“Massì, in Italia penso che si occupino anche di queste situazioni, magari non ti fanno neanche pagare!”), i quali però mi rispondono: “Das ist nicht unsere Aufgabe. Schauen Sie sich mal die Gelbe Seiten an!”.

Ok, danke.

Sulle Pagine Gialle Online inserisco il mio codice postale e trovo due recapiti: uno non risponde e l’altro ha un tono svogliato, ma mi preventiva 30 Euro di costi d’uscita. Sembra un prezzo onesto. Dopo mezz’ora si presenta un signore cortese e zelate sul mio pianerottolo, dove io e la mia amica ci siamo accampate in sua attesa.

Gli basta un’occhiata per dirmi che dovrebbe smontare un pezzo di telaio, provare a sbloccare la porta con una carta speciale (stesso principio della tessera) e rimontare il telaio. Per tutto questo, senza rompere nulla, tasse comprese, mi chiede 300/350 Euro in base al tempo che ci metterà!

Pallida in volto, valuto rapidamente la situazione con la mia amica.

“Per lo meno non ti distrugge né la porta, né la serratura. E l’opzione di rompere il vetro della finestra per entrare da lì, temo che ti verrebbe a costare uguale, se non di più”.

Accetto, e in quindici minuti siamo dentro casa. Al modico prezzo di un viaggio. Mi viene da piangere al solo pensiero, ma sono troppo sollevata per realizzare.

Dopo esserci rilassate un attimo e aver ringraziato i vicini, leggo la ricevuta e noto una voce di “100 Euro, tariffa del finesettimana”, accanto a quella di “30 Euro, tariffa costi di tragitto”. Non volevo pagare 120 Euro la sera prima, sono finita a pagarne 130!

Cercando su Internet a posteriori, senza stress da emergenza, ho persino trovato due Schlüsseldienste vicinissimi a casa, più economici e “gentilissimi”, secondo i commenti al post che avevo messo in cerca d’aiuto su Nebenan. Insomma, oltre il danno, la beffa.

Cosa mi ha insegnato questa disavventura? Meglio chiedere dettagliatamente, senza dare nulla per scontato! Wer nicht fragt, bleibt dumm.

 

 

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