La mia vita e’ qua…ma chissa’

gabr Gabriella Adinolfi, Cuoca

Da dove vieni?
Vengo da Napoli, sono nata a Castellamare ma a 20 con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Sorrento, ma li non mi trovavo a mio agio. Sorrento per me era un mondo “ feudale “ chiuso.

Perché sei a Colonia? Come ci sei arrivata?
Sono venuta a Colonia nel 1987 perche’ volevo imparare il tedesco, era il mio sogno. Ai tempi del Liceo mi innamorai della filosofia, mi piaceva l’ Idealismo, Marx. Mi ero messa in testa di leggere il Capitale in Tedesco. Cosa che poi non ho mai fatto, meglio dedicarsi all’idealismo letterario piuttosto che al materialismo storico :).

Quali sono state le tue sensazioni iniziali ?
Amore a prima vista mi e’ entrata nel cuore. Mi sembrava bella, il Reno e le sue sponde mi ricordavano un po’ la mia costa. Vedere la “ romanita’” tra le sue strade mi piaceva.

E cosa hai fatto? Lavoravi?
Per i primi mesi ho studiato solamente il Tedesco, per vivere mi aiutava la mia famiglia e avevo un lavoro come cameriera in un bar spagnolo, era na pacchia in realta’ versavo solo il vino, pero’ sempre otto ore in piedi stavo. Il mio vero lavoro era imparare il Tedesco, c’ho messo tre anni per parlarlo decentemente. Nel frattempo ho fatto un figlio e per un paio di anni ho avuto l’aiuto economico dello stato Tedesco. Ma non mi sentivo bene in questa situazione, mi vergognavo, dover dipendere da qualcuno. Volevo rendermi indipendente. Nel 1992 tramite un contatto, sono venuta a sapere che in un asilo cercavano una cuoca e mi sono presentata al colloquio. E’ andata bene anche se ho fatto il liceo scientifico ed amavo la filosofia, sono nata in mezzo alla “ cultura “ del cucinare. Vengo da una famiglia di cuochi.

Hai fatto solo questo lavoro ?
Prevalentemente si anche se per lunghi intervalli di tempo ho fatto altro, motissime traduzioni, interprete per eventi, ma questo soprattutto per entrare in contatto con il “ mondo Tedesco”.

E’ cambiato qualcosa dal tuo arrivo? Come ti trovi adesso?
Oggi continuo a starci bene, se dovessi tornare in Italia non so che cosa potrei fare. Qua funziona, intendo gli aspetti pratici. Quello che all’inizio mi sembravano solo una raccolta di divieti e regole pedanti, e’ in realta il mezzo per fare funzionare le cose. Mi ricordo ancora oggi quando una volta ad Ischia per cambiare in banca 300 marchi ci vollero 4 ore, per me che mi ero abituata ad un sistema dove una cosa del genere dura 5 minuti mi sembrava follia. Ecco la semplicita’ delle cose pratiche per me fa la differenza. Io non voglio sprecare il mio tempo in cretinate.

Racconta la tua Colonia, descrivila
Colonia ha un carattere “ superficiale “, e’ festaiola sempre pronta a stappare una Kölsch, ma poi a livello umano non trovi persone “affidabili”. Io le definisco fluttuanti, ed e’ bene cosi almeno per me. La nota espansivita’ e accoglienza tipica dei colonnesi non straborda pero’ nell’invadenza emotiva tipica di noi del sud. Nessuno si sogna di venirti a trovare senza averti avvisato o si intromette nella tua vita. Non c’e’ quella “ ipocrisia coreografica “ dei sentimenti come da noi, che poi e’ quasi sempre facciata. Io preferisco la versione crucca. Poi la bici, andare ovunque pedalando e’ per me un idea di liberta’, mi piace, mi far stare bene.

Pensi di rimanere ?
La mia vita e’ qua, mio figlio vive qua, mi piacerebbe vivere gli ultimi anni in posto caldo dove il grigio del cielo non sia una costante, ma chissa’ vedremo

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