“…la voglia di scappare…”

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Nome Filippo Bonin                                                                                                                                     Età 33 anni

Da dove vieni?

Vengo da Castelfiorentino, un paese di circa 20.000 abitanti situato all’estremità sud della provincia di Firenze, dal contado in buona sostanza.

Che ci fai a Colonia?

Ho un contratto triennale come wissenschaftlicher Mitarbeiter all’Università di Colonia e faccio il mio secondo dottorato in diritto romano.

Come ci sei finito?

La mia è ormai una storia comune a quella di molti altri “cervelli in fuga”. In Italia dopo il dottorato mi hanno dato una pacca sulla spalla perché non c’era trippa per gatti e qua invece mi hanno affidato il corso di latino per giuristi e offerto la possibilità di fare un altro dottorato. Sono anche avvocato, ma sul quel versante in Italia forse era ancora più dura. Vivo qui stabilmente da poco più di sei mesi e devo dire che a livello lavorativo è un altro mondo. Nel mio campo scientifico, per esempio, ci sono quei famosi fondi per la ricerca che in Italia sono più rari dell’acqua nel deserto. È dura, si deve lavorare molto, ma sono soddisfatto. Quando sono arrivato parlavo peggio di come parlava il Trap al Bayern, ma i miei sforzi anche sul versante linguistico sono stati premiati.

Come ti trovi A Colonia? Cosa ti piace?

“… la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx” diceva il protagonista di un film che tutti quelli della mia generazione hanno visto. Io non sono più veloce di Eddy Merckx, né avevo voglia di scappare da me stesso, semmai, al contrario, di trovarmi da un certo punto di vista, ma sono stato ben lieto di trasferirmi in una città vera e soprattutto libera, una città dove è presente una comunità gay del tutto integrata nella società, dove nessuno ti giudica se il venerdì dopo il lavoro rientri a piedi con una birra in mano, anche perché ce l’hanno tutti. Ora mi rendo conto che solo un provinciale come me e per certi versi sono anche fiero di esserlo, potrebbe operare simili rilievi, ma posso assicurare che se nel mio borgo natio sin da adolescente nel tempo libero giri con una chitarra in mano e poi, solo per dividere le spese e non gravare più sulla famiglia, vai a vivere con un amico, automaticamente la gente ti guarda storto, come fece l’agente immobiliare che ci procurò l’appartamento e come faceva ogni volta la mia vicina di casa in risposta al mio “Buongiorno Signora”.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Aumentare la mia produzione scientifica e pubblicarla. Qua finalmente mi hanno messo nelle condizioni di poterlo fare tranquillamente, basti pensare che se manca un libro in Istituto, è sufficiente che ne segnali l’assenza perché la settimana successiva me lo ritrovi sulla scrivania.

Cosa ti manca dell’Italia?

Dell’Italia mi manca il pesce fresco.

Pensi di rimanere a lungo?

Penso di rimanere fino alla fine del mio contratto e farò di tutto per onorarlo, poi si vedrà. Io non spero mai.

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