…piango da due giorni…

13087587_10209694229695536_8965803536010962282_n Non vi nascondo che piango da due giorni per il collega pediatra ‪#‎MohammedWasimMoaz‬ che è morto sotto le bombe ad ‪#‎Aleppo‬. Mi fa rabbia ma capisco le motivazioni che inducono uno che fa il suo lavoro con passione e senso del dovere a rimanere nonostante tutto. Era l’unico pediatra dicono e questo già fa male. Lo immagino correre da un letto all’altro ad occuparsi di tanti bambini di tutte le età, dalle più svariate patologie: convulsioni, febbri, diarrea, vomiti, traumi, infezioni gravi, malnutrizioni, e forse anche tumori chissà. Probabilmente dormiva poco e non si fermava mai. Immagino la futura moglie che prova l’abito da sposa e lo aspetta fiduciosa e preoccupata ma che capisce e condivide la sua scelta. Lo immagino giocare con i bambini, dare fiducia ai genitori e dannarsi per carenze di farmaci o presìdi. Lo immagino preoccupato per i casi gravi e angosciato per quelli impossibili ma sorridente ed attento. E sembra un Don Chisciotte come tanti uomini comuni in questa come in altre professioni ed in tutte le epoche che vorrebbe opporsi alla Guerra o alle ingiustizie e sopraffazioni fatte da uomini contro altri uomini. Destinati quasi certamente a perdere ma che non si piegano e non si arrendono in momenti in cui la banalità del male sembra vincere sempre.
Stamattina un bimbo cieco e con pochi soldini che è ricoverato da noi mi ha accolto sorridente. Gli dico: -Cosa vuoi portato domani? Vedo che ha dei bracciali: -Ti porto un braccialetto? E lui: -Dott.ssa questo me lo sono fatto io. E noto che con un pezzo di gomma avanzato da un tubo di drenaggio toracico che lo assilla da più di un mese, si è fatto un bracciale!
Immagino allora i bambini di Aleppo che giocano in ospedale sotto le bombe perché la vita vuole irrompere prepotentemente più fragorosa delle deflagrazioni di morte. E il pediatra che è rimasto al suo posto sarà stato un povero illuso, ma è rimasto perché conosceva bene questa luce che emanano i bambini che è molto più intensa di quella artificiale dello scoppio di una bomba.

di Delia Russo

pediatra oncologa Palermo

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